Domenica prossima sarà la festa della Divina Misericordia. Oggi stesso ho esposto in bella evidenza il quadro realizzato dal pittore Vaccaro e donato alla chiesa dalla moglie Dinetta in ricordo di Barberino.
La devozione nasce, come tutti ormai sanno, in Polonia grazie alle visioni mistiche di suor Faustina, una semplice Suora ricca di fede e appassionata della misericordia.
La sua testimonianza per lunghi anni rimase “in un cassetto” conosciuta soltanto dal suo Padre spirituale e da pochi altri intimi del monastero. Poi iniziò a circolare dapprima in Polonia e poi presso le tante comunità polacche dell’estero.
All’avvento di papa Giovanni Paolo II venne prepotentemente alla ribalta e di lì a poco venne proposta alla Chiesa universale dallo stesso Pontefice che la indicò come speciale devozione per la conversione delle anime dei peccatori prossimi alla morte.
Detto così può sembrare il solito discorso smielato cui siamo abituati dalla devozione antica. In realtà è una devozione speciale che, giustamente, pone l’accento sulla grande “Misericordia” del Signore che è disposto a concedere il perdono anche al più ostinato dei peccatori grazie all’intercessione dei devoti. Per questo la “coroncina” viene solitamente recitata dai famigliari al letto di chi sta morendo per chiedere il perdono di ogni fragilità e invocare la salvezza eterna.
Il pentimento dovrebbe essere di chi ha peccato però il Signore può perdonare anche chi non riesce a pentirsi o perché non ne ha piena contezza o perché impossibilitato a farlo dalla malattia, dall’anzianità, dalle circostanze della vita.
Anch’io mi sono trovato una volta a recitare la “coroncina” all’orecchio di un mio confratello che stava morendo e spero che quando sarà il mio momento ci sia qualcuno che faccia altrettanto.