731. IN CAMMINO – In memoria

È morto Achille!

La notizia ha già fatto il giro del paese perché era conosciutissimo. Io l’ho saputo stamattina direttamente dal fratello Vasco e sono già andato alla Croce Verde per un momento di preghiera con gli amici presenti. Immagino che anche voi farete un salto nel pomeriggio… oppure che venitate domani alle 15.00 al funerale.

Oltre la preghiera ho consegnato a Vasco un “rosario” da deporre nella bara nella mano del defunto come vuole la tradizione cristiana: chi si presenta con la corona alla mano viene senz’altro accolto in Paradiso!

Ma la corona che ho consegnato non è una corona da morto, nera o marrone scuro, bensì una corona da vivi anzi da vivissimi perché è la coroncina  bianca che si consegna ai piccoli neo-battezzati o ai bambini di prima Comunione.

E perché?

Perché Achille aveva un cuore da fanciullo, “immediato” nelle sue reazioni emotive. Faceva presto ad arrabbiarsi ma non portava rancore e anzi era capace anche di farsi perdonare. E così aveva slanci improvvisi e imprevisti di altruismo e generosità quando c’era bisogno di dare una mano senza fare troppi calcoli.

Ho avuto occasione più volte di sperimentare questa sua spontaneità ma quella che mi è rimasta nel cuore fu quando mi risolse in un attimo un delicato problema.

Distratto come sono avevo dimenticato di invitare l’animatore per una festa di ragazzi disabili: mancava un’ora ma nemmeno all’inizio della festa e non sapevo come fare.

“Ci penso io”. Arrivò lui e riuscì a intrattenere i ragazzi con canti, balli, discorsi (anche seri), buffetti sulle guance ecc. E quando gli chiesi… per il disturbo, mi rispose con una smorfia quasi l’avessi offeso.

Ci eravamo incontrati anche altre volte ma per motivi personali e questi resteranno fra noi due.

 

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