865. IN CAMMINO – traduzione

In questi giorni mi sono letteralmente scervellato per tradurre dall’ebraico alcuni versetti del salmo 130.

Ho scelto una pagina fra le più facili ma ho incontrato ugualmente una notevole difficoltà perché se l’italiano si scrive dalla sinistra verso destra nell’ebraico si va dalle destra verso sinistra.

Quindi inserendo quelle italiane sotto le parole ebraiche o mi mancava lo spazio o mi avanzava: dopo tre tentativi ho lasciato perdere… anche perché nell’ultimo – mi sembrava perfetto – ho dimenticato di tradurre una parola combinando un bel pasticcio…

Potrete verificare quanto vi ho detto nel numero pasquale della Rivista… dato che sono, anzi siamo, già al lavoro… su quella di Pasqua!

Tradurre non è mai facile. La traduzione letterale, cioè quella parola per parola, non sempre rende al meglio.

Delle volte è preferibile una traduzione “infedele”, lontanissima dal testo originale, che però aiuta a capire il vero senso dell’espressione.

Questa mattina, al bar, fra un cornetto e un cappuccino, mi hanno chiesto di tradurre l’adagio latino che suona “ex nihilo nihil fit”.

Ho tradotto immediatamente la frase alla lettera con “dal niente un viene niente” (con una sfumatura di “pisano” dove il NON viene volgarizzato in UN) ma la cosa ha lasciato piuttosto freddini i miei interlocutori.

Allora ho continuato suggerendo un ulteriore passaggio (filosofico) e cioè che se “il gatto miagola” e “il cane abbaia” non è possibile, per il principio di causalità, che “il cane si metta a miagolare”.

L’amico A. ha riportato allora il detto fiorentino che “le querce non fanno i limoni” che dà pieno senso al detto latino!

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