Corona virus 26

Inizio l’articolo odierno con due avvisi. Il primo non è una novità: apriamo gli occhi perché ci sono tante persone che stanno soffrendo… non li lasciamo soli. Non mi riferisco soltanto a quelli di paese ma anche ai nostri amici estivi. Loro non avranno certo problemi di tipo economico-finanziario ma ci sta che abbiano perduto qualche persona cara… cerchiamo quindi il numero telefonico e scambiamo una parola. Fate presente che io scrivo tutti giorni qualcosa anche per loro su chiesadelforte.it . Il secondo: grazie all’amico Paolo Barberi vengono postati dei video relativi alla vita religiosa e liturgica della parrocchia. I video vengono poi trasmessi, come ieri sera, sul canale televisivo 673. Per accedere ai video di Paolo Barberi (che ringrazio pubblicamente) bisogna essere iscritti a facebook e chiedergli l’amicizia.

E adesso continuo il discorso iniziato ieri relativo all’importanza della nostra reliquia della Santa Croce. Vi scrivevo che è senz’altro una reliquia per contatto ma può essere ugualmente esposta e venerata. Ora quando si parla di venerazione di reliquie c’è sempre chi arriccia il naso e pensa che si tratti di sciocche superstizioni medievali, ecc. Ora, fermo restando che ci saranno stati senz’altro episodi di superstizione, di simonia, di plagio ecc. ma è chiaro per tutti e non da oggi che la venerazione non è per il pezzetto di legno o per il sassolino delle catacombe o per la frangia del mantello quanto per chi sulla croce si è immolato (Gesù), nelle persecuzioni ha sacrificato la vita (Ermete), nel monastero ha vissuto di preghiera (Rita).

Ho scritto “non da oggi” perché già i famosi quaresimalisti del passato (erano personaggi fantastici, dotati di grande intelligenza ma semplicissimi nell’esporre ai fedeli le verità cristiane e altro) presentavano in modo preciso, checché ne scrivessero i novellieri dell’epoca. Ecco ad esempio quello che scrive un contemporaneo (?) del pievano Arlotto (lo sintetizzo e lo riporto in italiano corrente) . “C’era allora un ossesso che urlava come un pazzo e si rotolava per terra. I fedeli, obbedienti al comando di Gesù Cristo, pregavano per lui e facevano sacrifici. Ma il Priore che non credeva né ai sacrifici né alle preghiere invitò un famoso esorcista appena tornato dalla Terrasanta con una reliquia del legno della santa croce. Solo che la reliquia era finita in mare e l’esorcista, per rimediare, aveva scheggiato il fasciame della nave e ne aveva ricavato una simil-reliquia falsa. Andò dunque che, fatto l’esorcismo e segnato il poveretto con la falsa reliquia, questo, inaspettatamente per l’esorcista, rinsavì di colpo non prima però d’aver urlato a tutta voce: “Non è quella barcaccia ma la fede – e dicendo questo indicava i fedeli oranti- che mi scaccia”. Nessuno capì a eccezione dell’esorcista che… cambiò mestiere.

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