Corona virus 42

Inizio subito con un pensiero per il carissimo Sirio Giannelli che oggi affiderò al Signore con la preghiera e la benedizione esequiale. Aveva molte doti: intelligenza, professionalità, generosità ecc. In questo momento mi preme sottolineare l’aspetto a me più conosciuto e cioè il suo “culto” per la famiglia. Quando la moglie Luigina morì venne a chiedermi la possibilità di ricordarla in  qualche modo. Gli suggerii un dono per la chiesa, allora priva di un quadro raffigurante Santa Barbara: dall’archivio infatti avevo scoperto che, subito dopo la terribile esplosione del polverificio, i miei predecessori avevano pensato a realizzare un dipinto da affiancare alla Reliquia ma poi non se ne era fatto più di nulla in quanto la devozione alla Santa era andata scemando con la chiusura dello stabilimento Sipe.   A me invece sembrava doveroso ricordare quell’episodio drammatico che aveva spento tante vite giovani… certe radici paesane fatte di sacrifici e lacrime non vanno dimenticate a mio sommesso parere.   Sirio accolse il mio invito e passò all’opera.   Mi chiese il permesso di scegliere come “modello” per il dipinto una persona lui carissima: la moglie Luigina che, a suo dire, aveva  servito la famiglia da “santa”. E così avvenne. Lui stesso, con l’aiuto di un maestro di pittura, ne modellò il volto e tutto il resto. Quando venne inaugurato e posto in chiesa si commosse. Ma la commozione maggiore l’avvertimmo noi nel considerare l’amore che continuava a legare i due coniugi al di là della morte.  Mi ha detto Massimo che qualche giorno prima di morire gli ha detto che a breve sarebbe andato in Paradiso. E così è stato: un ultimo sguardo, amorevole, al figlio ed è tornato a fare coppia con la sua Luigina.

Adesso una breve riflessione per voi amici che siete soliti farmi compagnia aprendo giornalmente    chiesadelforte.it   . Vi ringrazio della vostra partecipazione anche se a distanza. Mi dà molto conforto osservare che quotidianamente molti aprono, leggono e ne partecipano anche altri amici… Sembra dunque che l’epidemia rallenti il suo percorso e si intravveda la possibilità di riaprire al culto, sebbene con molte limitazioni, le chiese. Questa chiusura forzata è stata un ATTO DI AMORE a favore degli anziani e dei giovani a evitare un possibile contagio. Non un DISPETTO o peggio ancora una scelta politica come qualche malevolo ha pensato e… scritto (ho letto alcuni insulti riferiti a papa Francesco davvero terribili). Del resto abbiamo fatto lo stesso anche noi con le persone più vicine e più amate. Certo, adesso sentiamo il bisogno di tornare a frequentarci e a frequentare i Sacramenti. Viviamo dunque queste ultime settimane con lo stesso impegno a stare in casa in modo che il virus allenti definitivamente la presa. E naturalmente non dimentichiamo di pregare.

 

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