Ieri sera, metro alla mano, abbiamo posizionato i posti sulle panche. Non vi dico il lavoro che abbiamo dovuto sostenere provvedendo a spostare tutte le panche. La misura di mt. 1,80 di distanza fra le persone ci ha costretto a fare i salti mortali per assicurare almeno una cinquantina di posti, non di più. Comunque, ci siamo riusciti. Questa mattina leggo sul giornale che la misura è a discrezione delle regioni da un metro fino a due metri… Ci sta quindi che il lavoro che abbiamo fatto risulti inutile… per eccesso o per difetto. Quindi, per il momento si lascia stare tutto com’è in attesa di nuovi sviluppi.
Abbiamo provveduto anche alla sanificazione della chiesa, delle singole panche, degli arredi sacri ecc. Ovviamente a forza di braccia perché non è possibile fare diversamente. Questo lavoro è risultato più facile anche se più stancante: la mascherina toglie il respiro e si comincia a sudare per niente.
Adesso c’è il problema del termo-scanner. Riuscire a trovarlo, almeno a oggi, è davvero un’impresa. Ho sì un misuratore digitale della temperatura ma è di quelli che si infilano nell’orecchio e quindi impossibile da usare con tante persone. Le autorità sanitarie però, in attesa di reperire lo strumento, mi hanno consegnato un modulo per l’autocertificazione: chi viene in chiesa dovrebbe misurarsi la temperatura a casa e poi consegnare il documento attestante la misurazione. Staremo a vedere cosa succede. L’importante che l’epidemia passi perché non ne possiamo più.