Esempio concreto di solidarietà fra paesani, la ‘Fondazione Vittorio Veneto’ di Forte dei Marmi mantiene e sviluppa le proprie finalità tenendosi al passo coi tempi. I suoi scopi fondamentali sono: custodire la memoria di coloro che si sono sacrificati per la patria, educare i giovani alla pace e alla fratellanza, sostenere i servizi sociali del territorio. L’ente morale, fondato da reduci fortemarmini delle due guerre del Novecento, ripudia ogni forma di conflitto che anche oggi minaccia la società.
DI SILVIA CECCHI
“La guerra è peggio della vecchiaia”. Il presidente della ‘Fondazione Vittorio Veneto’, cavalier Giuseppe Zamberoni, classe 1922, arruolato nella marina militare nel secondo conflitto mondiale, sa di certo quello che dice. Avere a che fare con i limiti pesanti imposti dall’età, nel suo caso aggravati da conseguenze fisiche riportate in combattimento, è una condizione dura nell’esperienza di ognuno. La violenza tuttavia è una situazione peggiore, anche se ha il vigore della gioventù: trova terreno fertile nelle ostilità incontrollate e nella ricerca di vantaggi esclusivi, irradiando i suoi danni sull’intero tessuto della società.
I grandi conflitti del passato, che sembrano appartenere ad un mondo ormai lontano, oggi parlano il linguaggio del terrorismo internazionale, degli interventi spinti da interessi economici, dello scontro confessionale, a dimostrazione che l’egoismo, la sete di potere e di ricchezza sono sempre pronti a sfruttare le opportunità offerte dalla modernità.
Per questo motivo la Fondazione Vittorio Veneto ha come finalità morali il mantenimento del ricordo degli eventi drammatici delle due guerre del Novecento; la cura dell’educazione dei giovani studenti all’amore per la libertà, al gusto per la pace e alla fratellanza fra le nazioni; la collaborazione con altre realtà associative cittadine e con l’amministrazione comunale per la conservazione delle tradizioni popolari del paese.
Ha poi una finalità assistenziale volta a sostenere i discendenti delle famiglie segnate dalle guerre e a supportare i servizi presenti sul territorio per l’ausilio sociale del paese.
Le origini della Fondazione risalgono alla cooperativa di lavoro ‘Case e alloggi’, costituita nel 1919 da reduci di Forte dei Marmi che avevano partecipato alla prima guerra mondiale, al fine di favorire la ripresa del paese dopo la difficile fase del conflitto, tramite iniziative di sviluppo e di sostegno in favore dei combattenti e delle famiglie con vedove e orfani.
Tali finalità vennero riprese e rafforzatenel secondo dopoguerra fino alla decisione dei soci di sciogliere la cooperativa per costituire nel ’70 al suo posto un ente morale di assistenza e beneficenza denominato appunto ‘Fondazione Vittorio Veneto’ in memoria della storica battaglia, cui avevano partecipato tutti i soci fondatori della cooperativa ‘Case e Alloggi’, e per ribadire lo spirito patriottico del nuovo istituto riconosciuto con decreto dell’allora presidente della Repubblica.
L’ente è apolitico, apartitico ed ha carattere perpetuo. È diretto da un consiglio di amministrazione composto da nove membri ed è economicamente autonomo. Gestisce le proprie proprietà, provvedendo al loro mantenimento e destinando i frutti che ne derivano esclusivamente ai fini benefici indicati nello statuto.
In passato Forte dei Marmi era un paese semplice e tuttora, nonostante l’apprezzamento turistico, presenta molti bisogni sociali. Per questo motivo fin dal principio lo scopo dei soci fondatori, appartenenti alle famiglie storiche locali, è stato quello di unire le forze dando vita ad un’opera di solidarietà interna al paese.
Tra le iniziative adottate in origine, fu deciso di realizzare in centro un complesso immobiliare con locali destinati ad uso commerciale, che offrissero un punto di aggregazione e al tempo stesso una risorsa per gli interventi beneficidi cui necessitavano gli stessi abitanti.
La Fondazione ha sede nell’ambito del complesso in questione, compreso fravia IV Novembre, via Carducci e via Spinetti. Renato Binelli dal 2011 è segretario dell’ente e in pratica suo braccio operativo: “La Fondazione cura in collaborazione con l’Associazione Combattenti la scadenza annuale delle feste celebrative e mantiene il ricordo di coloro che si sono sacrificati per la patria onorandone i memoriali”.
Nella parrocchia di Sant’Ermete è presente una lapide che riporta i nomi di alcuni fra i primi caduti della grande guerra. In un primo tempo era stata posta sul pavimento della cappella dell’Addolorata, poi, a seguito dei lavori di ampliamento della chiesa negli anni ‘60, venne posizionata a fianco della stessa cappella, proprio dov’è oggi. Un piccolo lume e la bandiera dei combattenti rendono più evidente il luogo all’attenzione dei ragazzi ai quali viene presentata a cura dei catechisti e del parroco, che ne è il custode.
Ugualmente i giovani vengono accompagnati al monumento ai caduti, in piazza del Comune, per conoscere la storia del paese.
Sempre a questo scopo la Fondazione ha avviato il progetto per la realizzazione di un museo della memoria: l’iniziativa è stata adottata in occasione della ricorrenza del centenario della prima guerra mondiale e tuttora stanno confluendo in sede foto, lettere e cimeli donati all’ente dai discendenti dei combattenti.
“L’educazione dei giovani all’amore per la libertà, la pace e la fratellanza è fra le attività che ci stanno più a cuore”, spiega Binelli. “Promuoviamo lezioni di gruppo nella nostra sede, nelle scuole o in altri luoghi indicati dalle autorità competenti. Ad esempio, all’inizio di quest’ultimo anno scolastico abbiamo offerto ampia collaborazione al liceo Michelangelo per la commemorazione dell’inizio della grande guerra. Lo stesso abbiamo fatto per alcune classi delle elementari, delle medie e del liceo Chini di Lido di Camaiore. Alle lezioni provvedono i consiglieri stessi, coadiuvati dagli insegnanti che moderano gli interventi”.
L’ente collabora, poi, con le altre realtà associative cittadine e con l’Amministrazione per la salvaguardia delle tradizioni religiose e culturali fortemarmine al fine di portare avanti quella fondamentale solidarietà fra i paesani che originò, allora, la nascita della Fondazione.
Molto stretta è la relazione con la sezione locale dell’Associazione Combattenti fra i cui appartenenti si ricordano due medaglie d’oro al valor militare: Emilio Barberi, in marina, e Lido Poli, in aviazione.
“I fondatori – spiega il segretario – avevano a cuore la triste condizione dei nuclei che avevano perduto il capo famiglia e in particolare dei figli orfani, per cui si impegnarono da subito affinché l’ente si distinguesse per finalità previdenziali, oltre che morali. Venne costituito un fondo economico-finanziario, tuttora attivo, per sostenerli nei momenti difficili del dopoguerra, curando soprattutto l’avviamento al lavoro o il curriculum scolastico dei giovani. A oggi continua l’impegno solidale della Fondazione che assicura, attingendo al fondo predetto, un incentivo finanziario annuale ai pronipoti degli ex combattenti per l’intero corso di studi”.
Per dare qualche numero nell’anno scolastico 2014-2015 sono state garantite borse di studio a 229 allievi compresi fra le elementari e le superiori e a 68 universitari in riferimento all’anno accademico precedente.
“Sempre i fondatori, considerando stavolta le difficoltà fisiche e psicologiche dei reduci nel reinserimento nell’attività professionale, avevano stretto rapporti con le associazioni cittadine attive nell’ambito socio-assistenziale, garantendo alle stesse un contributo economico annuale per le attività statutarie”, aggiunge Binelli. “Questo impegno si è mantenuto fino ad oggi a favore di tutte quelle associazioni, antiche e nuove, che offrono un servizio sociale al paese”.
Aprile 2016