di padre Damiano Puccini
Quella di quest’anno è stata la settima Pasqua che la Siria ha celebrato da quando nel Paese infuria la guerra, iniziata a marzo 2011. P. Ibrahim Alsabagh, 44enne parroco a Aleppo, afferma che “sono i leader religiosi cristiani e musulmani, i soli a cercare insieme, di essere operatori di pace; la fine delle violenze non dipende dagli interventi militari”.
Mons George Abou Khazen, vescovo di Aleppo ha recentemente dichiarato a questo proposito: “I timori sono parecchi: abbiamo molta paura per l’avvenire della Siria, su come andrà a finire, perché non è per niente chiaro; e poi soprattutto per il futuro della Chiesa, con questa emigrazione costante dei giovani e delle famiglie…”
“Abbiamo anche molta più condivisione! E’ vero che sono tutti nella necessità, ma tanti fedeli danno tutto quello che hanno, come la vedova della parabola del Vangelo. Ad esempio, quando manca l’acqua molti si rendono disponibili a portarla in bidoni, salendo anche quattro o cinque piani a piedi per raggiungere coloro che sono in maggiore disagio. Così pure con la luce: talvolta ci sono persone che non hanno di che pagare, allora molti tra noi cristiani, vedendo queste estreme necessità, cercano di aiutare collegando il proprio impianto elettrico con un cavo in favore di chi non può permetterselo”.
In Libano prosegue a Damour l’assistenza ai profughi da parte dei volontari di Oui pour la Vie. L’impegno dei 300 pasti, che ci siamo assunti nei confronti di queste famiglie, che vivono nelle miseria piu’ profonda, viene portato avanti con tanto impegno da parte dei volontari libanesi dell’Associazione. La loro rinuncia fino ad un terzo delle loro risorse personali, come condivisione per amore di Dio della sorte di questi sventurati, tocca il cuore di queste famiglie bisognose, portandole al perdono e alla collaborazione per soccorrere insieme i bisogni di altri.