Il coro “Beata Assunta Marchetti” di Camaiore è un riferimento per la comunità e una risorsa apprezzata ben oltre il suo territorio. Stefania Ceragioli lo dirige da dieci anni e porta avanti questo incarico offrendo sempre nuovi stimoli al gruppo chiamato ad animare sia le celebrazioni religiose che eventi istituzionali in genere. È molto legata al territorio versiliese che la conosce anche in quanto direttore della filiale Carige di Forte dei Marmi e titolare insieme alla famiglia dello stabilimento balneare “La Fenice”.
di SILVIA CECCHI
Adulti e bambini insieme in un unico coro, impegnati ogni domenica nell’esecuzione di canti sacri per la messa, così come nell’interpretazione di brani legati alla musica leggera per manifestazioni inerenti eventi istituzionali, ricorrenze e iniziative a scopo benefico. Il gruppo di Camaiore “Beata Assunta Marchetti” si distingue sia in ambito locale che oltre il territorio. Si avvale di circa venticinque adulti e una decina di bambini, di età compresa tra i quattro e gli ottant’anni. È stato istituito dieci anni fa da Stefania Ceragioli, che lo dirige.
Non è un caso che questa esperienza di qualità sia targata Camaiore: il paese ha una tradizione musicale e canora di alto livello e deve molto alla figura di don Angelo Bevilacqua, musicologo di fama, parroco, educatore, uomo colto in senso lato. Alla sua scuola si sono formate generazioni di persone, diverse delle quali si sono qualificate a livello professionale, distinguendosi nel panorama della musica e del canto.
Stefania, che è bancaria, è originaria dello stesso Camaiore e fin da piccola è entrata in contatto con la realtà fervida del territorio: “Don Angelo aveva costituito una corale polifonica che spiccava a livello nazionale, aveva un coro di voci bianche molto apprezzato, era un mentore per i musicisti e i cantanti della zona, intuiva il talento, ascoltava le esigenze dei giovani”, ricorda la direttrice del coro. Lei suona l’organo e il pianoforte. Ha iniziato da bambina in chiesa e una volta cresciuta è diventata responsabile di un gruppo di voci bianche sempre nell’ambito parrocchiale. Il suo legame con questa tradizione è continuato nel tempo fino alla costituzione del coro “Beata Assunta Marchetti” che presta la propria opera a titolo puramente volontario per ricorrenze religiose e laiche. È intitolato alla religiosa, originaria di Camaiore, missionaria in Brasile, alla cui protezione il gruppo si affida.
“Io ho ricevuto tanto: ho potuto studiare musica e portare avanti questa passione, per questo sono felice di poter restituire qualcosa di ciò che ho avuto”, dice Ceragioli. Il gruppo è un po’ come la sua seconda famiglia. “Ci riuniamo due volte alla settimana per le prove e siamo presenti ogni domenica per animare la messa. Le esercitazioni sono distinte necessariamente per piccoli e adulti, ma nel momento delle esibizioni il coro è unito. La partecipazione di grandi e piccini rappresenta uno scambio naturale. Noi adulti spesso ci dimentichiamo da dove siamo partiti, i bambini invece possono rendersi conto di dove si può arrivare”.
Il “Beata Assunta Marchetti” ha cantato in San Pietro, ad Assisi, a Siena; ha presenziato, sempre a scopo di beneficenza, a un’iniziativa dedicata all’ospedale pediatrico Meyer; viene convocato regolarmente per contribuire a manifestazioni storiche rievocative e ricorrenze istituzionali. “In tutti questi casi è importante selezionare con attenzione le musiche e i brani attinenti al tema”, spiega Ceragioli. “In diverse occasioni abbiamo presentato dei video e delle immagini che hanno fatto da contorno all’esibizione canora, in modo da attualizzare l’argomento rappresentandolo nelle varie sfaccettature collegate alla realtà contemporanea. In qualche caso ci siamo avvalsi di brani inediti”.
“Non abbiamo velleità professionali, ma ci impegniamo tanto”, precisa la direttrice. “Propongo al coro sempre dei programmi articolati con l’intento di stimolarli a fare di più e meglio, perché l’ispirazione che ci anima è talmente alta che richiede un impegno altrettanto curato. Cantare in chiesa e con fede ha un senso profondo. Ugualmente partecipare a eventi benefici o istituzionali richiama temi fondamentali quali la solidarietà, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere. È per questa ragione che il coro cerca di dare sempre il massimo”.
Stefania sei mesi all’anno abita a Forte dei Marmi, perché oltre al lavoro in banca si dedica insieme alla famiglia alla gestione dello stabilimento balneare “La Fenice”. La struttura, aperta dal 2006, offre un servizio di alto livello. Si avvale di oltre dieci dipendenti per la gestione di una settantina di tende, spazio piscina, bar e ristorante. L’ambiente è frequentato da clienti italiani e stranieri: “Ci preoccupiamo di accogliere al meglio le persone, curando ogni dettaglio e cercando di migliorarci sempre, ma al tempo stesso la nostra presenza permette agli ospiti di avvertire un clima di familiarità”.
Stefania e il padre sono sommelier. Insieme studiano anche il menù da presentare ai clienti del ristorante per offrire sempre qualcosa di stimolante. La famiglia si è ripartita i compiti in modo da prendersi cura di ogni settore dello stabilimento. Le abbiamo chiesto se non la disturbi presentarsi in servizio sul mare una volta uscita dal suo ufficio in banca. “Assolutamente no. Svolgo ogni attività cercando di servire il pubblico nel miglior modo e sono molto stimolata da questo impegno”, risponde.
Il rapporto con i parenti è forte. I genitori Bruno e Marzia sono stati un esempio di serietà, dedizione al lavoro e rispetto per il prossimo. La figlia (che ha una sorella, Manuela) ci racconta che hanno insegnato loro a darsi da fare, a qualificarsi, ma al tempo stesso a restare sempre con i piedi per terra. La madre lavorava in banca e il padre è un imprenditore tuttora attivo. “Di recente – racconta Stefania – ha curato la realizzazione di un immobile destinato a un supermercato nella zona di Camaiore, dove sono state occupate diverse persone, che offre un servizio utile per il territorio”.
Ceragioli è legata da sempre all’ambiente versiliese, dove ha iniziato e accresciuto la propria esperienza professionale. Impiegata dal 2000 della Cassa di Risparmio di Carrara ad Avenza, nel 2004 è stata assegnata come cassiera alla filiale di Forte dei Marmi nell’anno della sua inaugurazione. Le sue capacità tecniche ma anche relazionali l’hanno fatta apprezzare dalla dirigenza che negli anni seguenti le ha affidato incarichi vari in diverse sedi dell’istituto bancario, nel tempo rilevato da Carige. Gli spostamenti, in gran parte nell’ambito del territorio costiero, le hanno permesso di maturare una conoscenza delle esigenze specifiche di questa zona di mercato, che ha seguito sia nel comparto privati, che nel comparto aziende e sviluppo delle imprese. A fine 2018 è tornata nella sede Carige di Forte dei Marmi (riferimento anche per Pietrasanta e Querceta) appunto come direttore di filiale.
“Ho sempre desiderato lavorare in banca”, racconta. “Mia mamma faceva questo stesso mestiere e io ho potuto apprezzare il suo impegno e il genere di professione. Operare in un istituto di credito significa mettersi a servizio delle persone, ascoltare le loro esigenze, conoscere le dinamiche del territorio e le sue capacità di sviluppo. Il fatto di avere ricoperto diversi incarichi in più filiali ha costituito per me un’occasione di crescita professionale”. Ceragioli si descrive come una persona scrupolosa e perfezionista in ogni ambito della vita e dunque anche nel lavoro: “Ho una natura analitica, cerco sempre di prevedere i possibili scenari e di prevenire eventuali problemi. Possiamo sbagliare, ma quando si attivano tutti i controlli su ciò che si fa, si è avvantaggiati”.