Le fraternità monastiche di Gerusalemme

Creare e mettere a disposizione del prossimo un’oasi di pace, di preghiera, di gioia nelle città popolate e indaffarate è la missione delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme, fondate in Francia alla metà degli anni Settanta.
Queste si compongono di un ramo maschile e di uno femminile, con distinti organi di governo, che condividono la vocazione alla supplica e alla lode nel cuore dei centri abitati. Le Fraternità sono nate a seguito delle aperture favorite dal Concilio Vaticano II, che ha consentito la fioritura di nuovi carismi capaci di portare avanti la missione evangelizzatrice della Chiesa, andando incontro alle rinnovate esigenze della società contemporanea.

I religiosi, uomini e donne, sono monaci e come tali dedicano particolare attenzione all’orazione, al silenzio, al ritiro in solitudine e al distacco dalle cose del mondo. La novità rispetto alla tradizione monastica classica è che per loro è essenziale essere presenti nei luoghi urbani, condividere con i cittadini gli spazi e i momenti di preghiera comuni, lavorare part-time nell’ambito della medesima società civile.
Nel deserto di solitudine, di inquietudine, di ricerca o di indifferenza delle città fratelli e sorelle desiderano offrire un luogo di accoglienza e di condivisione.
Per conoscere meglio questa realtà abbiamo incontrato il priore della comunità religiosa presente nella Badia Fiorentina, Padre Antoine-Emmanuel, responsabile del gruppo maschile. Le Fraternità Monastiche di Gerusalemme (sia fratelli che sorelle) sono presenti a Firenze dal settembre 1998, dove furono chiamate dal cardinale Silvano Piovanelli, che riteneva necessaria tale opera a servizio della comunità cittadina.

Il loro Libro di Vita “Monaci nelle città”, ricorda ai suoi figli come amare, pregare, lavorare, accogliere e come vivere il silenzio; come essere casti, poveri, obbedienti, umili, pieni di gioia, vivendo tutto questo nel cuore della società.
“Tutta la tua esigenza monastica consisterà nel preservarti dal mondo senza separatene, nell’inserirti in esso senza disperderti. Sarai giudicato su questo duplice comandamento di amore”, è scritto nel capitolo 12, punto 138. “Vivere al cospetto di Dio non si misura dal tuo allontanamento dai figli di Dio, ma dall’apertura del tuo cuore a Dio […]. Perciò non cadere mai nell’ascetismo scostante, nel disprezzo altezzoso, nella solitudine scontrosa, che costituiscono ciò che è definito il cattivo monaco”.

Diversi fratelli e sorelle hanno un impiego, mentre altri si dedicano alla gestione della casa, secondo quanto disposto dal Consiglio e nel rispetto delle linee dettate dal Libro di Vita: “Con il lavoro testimonierai anche la tua solidarietà con il mondo della città e la folla dei suoi lavoratori che lo vive, lo cerca, lo compie creativamente o lo subisce. Sarà per te luogo privilegiato dell’incontro con l’uomo-fratello […]”, è specificato nel capitolo 3, punto 25.
A Firenze, ad esempio, fra i monaci/monache vi sono insegnanti di religione e di matematica, impiegati in ambulatori medici, operatori impegnati in servizi di assistenza sociale. L’occupazione ha durata part-time perché a tutti deve essere riservato il tempo necessario per la preghiera, altrettanto essenziale per la vita consacrata. Durante l’attività lavorativa i religiosi possono indossare abiti civili, mentre al rientro in fraternità riprendono la loro tipica veste (blu scura per gli uomini, celeste e bianca per le donne), mentre in chiesa li vediamo rivestititi di bianco perché durante le funzioni indossano la cocolla o la cappa.

Monaci e monache si ritrovano in chiesa seguendo il ritmo della liturgia delle Ore. Secondo quanto previsto dalla loro Regola, le porte sono sempre aperte al pubblico: cittadini, pellegrini, turisti sono i benvenuti se desiderano trattenersi per del tempo in preghiera durante l’intera giornata così come durante le funzioni in comunione con i religiosi (lodi, ora media, vespri, Messa, cantati in polifonia). L’unico momento in cui non ci sono liturgie pubbliche è il lunedì, dedicato al ritiro per i monaci.
Da evidenziare che il bellissimo complesso monumentale è ricco di storia e di opere d’arte. Sorge entro il perimetro delle antiche mura romane, vicino al Bargello. I monaci benedettini hanno abitato questi spazi prima che si compisse l’anno Mille.

Le Fraternità Monastiche di Gerusalemme sono state fondate da Pierre-Marie Delfieux, sacerdote della diocesi di Rodez (sud-est Francia) e cappellano all’università della Sorbona. Padre Pierre iniziò nel 1972 un’esperienza di vita eremitica nel deserto del Sahara, dove avvertì la chiamata a costituire un monachesimo cittadino che potesse rappresentare un’oasi nel deserto urbano. Tale intuizione fu accolta e incoraggiata dall’allora arcivescovo di Parigi, il cardinale François Marty, così nel 1975 si formò la prima fraternità maschile e un anno dopo, nel 1976, nacque la prima comunità di sorelle. La casa-madre della Famiglia ha sede nella chiesa di Saint Gervais, ubicata nel centro della capitale francese.

È stato scelto il nome “Gerusalemme”, considerata ‘patrona’ di tutte le città, in riferimento al luogo dove Cristo è salito, è morto ed è risorto, in cui è sorta la prima comunità cristiana. È inoltre il centro “dove i tre monoteismi permangono meravigliosamente presenti e drammaticamente distinti. Infine, ‘Gerusalemme’ ricorda ai fratelli che nella vita monastica tutto è teso verso la speranza della Città Celeste”, è scritto nell’appendice del Libro di Vita.
“Una delle componenti costitutive di ‘Gerusalemme’ è anche l’ecumenismo – è spiegato nel capitolo 14, punto 174 –. Il nome che porti ti ricorda che Cristo è morto presso la Città santa per la salvezza e l’unità di tutti e che la tua vita, alla sua sequela, deve serbare la stessa passione per l’unità”.

Nel 1996 il ramo maschile e quello femminile sono stati eretti in due istituti religiosi di diritto diocesano a carattere monastico, canonicamente distinti. Oggi sono presenti in diversi paesi dell’Europa e in Canada. In Italia si trovano, oltre che a Firenze, a Gamogna (diocesi di Faenza) e a Roma.
Nel 1998 è sorta, sempre in Francia, la prima Fraternità Apostolica di Gerusalemme, attualmente in servizio a Tarbes e in Italia a Pistoia. Questi consacrati seguono lo stesso tracciato spirituale del ramo monastico-contemplativo, ma esprimono il loro carisma impegnandosi nel servizio apostolico e pastorale secondo le richieste del vescovo diocesano.
Sono presenti, infine, fraternità composte da laici desiderosi di vivere la stessa spiritualità secondo la propria condizione. Insieme agli altri organismi compongono la Famiglia di Gerusalemme.

(da “I Quaderni della Propositura” n. Agosto 2021)

Un commento su “Le fraternità monastiche di Gerusalemme”

  1. Agli amici della comunità di Gerusalemme che possiate preservare e trasmettere il messaggio dei primi cristiani per vivificare e illuminare la nostra società
    Grazie delle Vostre preghiere
    Stefano e Claudia

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