“OUI POUR LA VIE” LA MISSIONE DI PADRE DAMIANO PUCCINI

Libano padre Damiano 1Padre Damiano Puccini, sacerdote originario della diocesi di Pisa, è missionario in Libano dove ha dato vita ad un’associazione denominata “Oui pour la vie”, legalmente riconosciuta dallo Stato libanese. Questa ha al centro della propria missione il perdono, la carità e il sostegno verso i bisognosi, indipendentemente dalle loro origini e dal loro credo, a condizione che vivano anch’essi questa forma di condivisione verso il prossimo. Tale filosofia permette di collegare tra loro persone moderate, generando fiducia e amicizia anche nelle diversità.

Oui pour la vie” ha sede nella città di Damour a sud di Beirut. È coordinata e seguita spiritualmente dal sacerdote, ma è laica e dunque può spingersi in tutti i luoghi.

Padre Damiano con un bimbo di nome Antoine
Padre Damiano con un bimbo di nome Antoine

Il Libano è da sempre terra di rifugiati: avendo una forma di governo repubblicana, vi hanno cercato scampo tanto i perseguitati cristiani quanto quelli musulmani. È abitato da persone appartenenti a 18 confessioni religiose diverse, riconosciute ufficialmente dallo Stato.

Il suo ordinamento è multiconfessionale e le cariche politiche e amministrative sono ripartite fra varie comunità religiose in base al loro peso demografico.“Questa è la vera primavera araba e un esempio da esportare, perché coinvolge tutti”, dice padre Damiano. “Per lo stesso motivo papa Giovanni Paolo II ha definito il Libano un modello di convivenza da difendere”.

Il Paese vive di un equilibrio istituzionale messo continuamente a rischio dai fondamentalismi che ribollono nell’area e dalla “bomba” demografica costituita dai numerosissimi profughi in continuo afflusso in questo piccolo territorio. “Qualunque genere di conflitto finisce per fare pagare sempre un prezzo alto ai cristiani”, spiega il sacerdote. “Le nostre comunità si sono indebolite gravemente in occasione di ogni guerra, con un’enorme dispersione di fedeli nel mondo”.

Volontari di "Oui pour la vie" in visita a una famiglia
Volontari di “Oui pour la vie” in visita a una famiglia

La vita di padre Puccini e di una cinquantina di volontari è fatta di visite continue ai poveri del paese e ai profughi. Gli operatori, prima di tutto, donano ogni mese fino a un terzo delle loro risorse a vantaggio delle persone che assistono. Portano aiuti materiali (cibo, medicine, vestiti), organizzano lezioni scolastiche, offrono consulenze e supporto di vario genere. “È importante vivere il perdono e la pazienza nella povertà”, spiega padre Damiano. “La capacità di stare calmi nelle difficoltà, nelle situazioni ingiuste e di rinunciare a qualcosa in favore dei poveri, anche dei paesi nemici, ci allontana dall’ossessione per le cose che possediamo e favorisce la condivisione”.

Padre Damiano affianca un bimbo nello studio
Padre Damiano affianca un bimbo nello studio

L’associazione ha un sito Internet e stende mensilmente un notiziario dove vengono riportate le esperienze sul campo dei volontari. Come precisa il sacerdote, il sorriso è la prima testimonianza: “Ci sono tante organizzazioni che portano aiuti materiali ai poveri, ma queste persone devono poter vedere sul volto di qualcuno il perdono, l’amore, la pazienza nella povertà, la condivisione nelle difficoltà. È sempre possibile rilanciare il bene e guarire il cuore”.

In questo modo “Oui pour la vie” ha messo in moto un meccanismo virtuoso in cui le medesime persone soccorse offrono il proprio aiuto, per quanto modesto possa essere, ad altra gente in difficoltà. Questa rete di solidarietà interna alla stessa popolazione supera le diverse appartenenze religiose, rivelandosi persino in grado di avvicinare tra loro persone appartenenti a comunità in guerra l’una contro l’altra.

La mensa per i poveri e i profughi realizzata da "Oui pour la vie"
La mensa per i poveri e i profughi realizzata da “Oui pour la vie”

La penitenza, intesa come virtù orientata al perdono e alla carità, è centrale nella spiritualità del messaggio di Fatima. Padre Puccini, infatti, proviene dall’istituto dei sacerdoti che si dedicano alla diffusione popolare di tale missione mariana. Nel settembre del 2003 è giunto in Libano, paese di origine di un suo confratello, per costruire a Damour un’opera dedicata alla stessa Madonna di Fatima. “Da allora il mio desiderio è stato di servire i più poveri e di provvedere alle necessità di carità e perdono in tale contesto”, spiega padre Damiano, che è stato incardinato nella diocesi di Byblos proprio con questa missione. Unico italiano, si esprime in dialetto arabo e francese.

Dal Medio Oriente il sacerdote pisano richiama l’Europa a sostenere il cristianesimo e incoraggia l’Occidente a non vergognarsi di farsi vedere cristiano: “Noi sentiamo di essere figli della Chiesa di Occidente, ma se questa non ci sente a cuore, il nostro messaggio di speranza rischia di cadere nel vuoto”.

Estratto ricavato da un’intervista realizzata nel dicembre del 2013