Corona virus 63

Una volta tanto ho avuto un colpo di fortuna. Avendo letto il decreto del Governo relativo alla sanificazione delle chiese per cui  “in qualità titolare dell’Ente Chiesa di S.Ermete, riconosciuto con decreto della Prefettura ecc., pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ecc. ecc.”, avevo l’obbligo di provvedere con urgenza alla sanificazione della stessa, avevo iniziato a pensare alle varie soluzioni consultandomi con i confratelli del Vicariato e riflettendo sulle varie proposte commerciali (ozono, nebulizzatore …) che mi hanno ingolfato il computer e chiedendo infine un preventivo a una ditta specializzata in sanificazioni industriali e commercializzazione di macchine nebulizzatrici .

Nel frattempo avevo già iniziato una sanificazione “faidate” con acqua e ammoniaca che, a parte l’inconveniente temporaneo del bruciore agli occhi e della difficoltà del respiro, mi aveva dato certezza d’aver sanificato per bene l’ambiente!

Mi ha tolto dall’impiccio la circolare della Soprintendenza che mi è pervenuta ieri tramite la Curia di Pisa. Vi è scritto, nero su bianco, che per la sanificazione delle chiese È ASSOLUTAMENTE PROIBITO  (1) l’uso dell’OZONO, (2) la NEBULIZZAZIONE di qualsiasi sostanza, (3) l’uso di prodotti a base di CLORO, (4) l’uso di prodotti contenenti PEROSSIDO DI IDROGENO, (5) l’AMMONIACA.

A questo punto è sufficiente continuare a fare quello che si è sempre fatto in questi anni: spazzolone, cencio, alcool e sapone di Marsiglia. Un bel risparmio, non c’è che dire!

 

CATECHESI PER NUBENDI 11

L’articolo 147 è quello più delicato e ha bisogno di qualche parola in più. Intanto lo riporto per esteso.

Art. 147  Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni secondo quanto previsto dall’articolo 315-bis.

Ogni genitore ha a cuore l’educazione del proprio figliolo, ci mancherebbe. Non sempre però questo dovere viene vissuto di comune accordo. Nella maggior parte dei casi i coniugi si dividono i compiti: il papà pensa al pallone e la mamma ai compiti scolastici-catechistici; oppure il papà mette i soldi e la mamma li usa per l’educazione del figlio. Questo determina, solo in alcuni casi per fortuna, una disaffezione da parte del figlio nei confronti del genitore che cura la parte più “nascosta”. Non solo: crea anche disagi fra gli stessi coniugi che, a cose fatte, si possono trovare in disaccordo.

Esempio: per un bambino è molto più interessante andare a giocare al pallone che non fare i compiti  o andare al catechismo. Così sviluppa simpatia nei confronti del papà che lo porta allo stadio e antipatia nei confronti della mamma che lo porta al catechismo.

Oppure il papà mette i soldi per i corsi estivi di lingua inglese della ragazzina e la mamma sceglie di mandarla a frequentare in Australia da sola. È chiaro che quando il papà se ne rende conto (tutti i papà sono gelosissimi delle figlie) succede la fine del mondo con bisticci fra i coniugi e lacrime da parte del minore…

Ha ragione il codice, dunque, quando specifica che per quanto riguarda il mantenimento, l’istruzione, l’educazione e l’assistenza morale i coniugi devono essere in pieno accordo fra loro. Questo dovere non cessa nemmeno in caso di separazione e divorzio!

Quanto alle aspirazioni dei figli posso fare l’esempio dei miei genitori che non hanno fatto storie né con mio fratello quando scelse “medicina” né con me quando ho scelto “teologia” pur sapendo che avrebbero dovuto fare tanti sacrifici per mantenerci. Per loro era sufficiente vederci realizzati! Altri genitori invece, pur avendo figli molto intelligenti, non li hanno portati nemmeno al diploma per l’egoismo di avere qualche soldo in più in casa.

Certamente quando un figlio sceglie un percorso un po’ fuori del normale come ad esempio diventare prete, che comporta la rinuncia ad avere una famiglia, una professione civile ecc., i genitori hanno il diritto e il dovere di vagliare se si tratta di aspirazione o una infatuazione…

Concludo con un accenno all’articolo 315-bis. È un articolo che specifica il 147. Ma non aggiunge niente di particolare se non il rispetto che il figlio, ormai maggiorenne, deve ai suoi genitori almeno finché abita con loro.

Oltre agli articoli 143, 144 e 147 ci sono altri articoli che riguardano la famiglia ma, durante il rito del matrimonio, non vengono letti. La scorsa estate un sacerdote, molto colto ma evidentemente poco esperto di matrimoni, si è messo a leggere anche gli articoli sulla vedovanza … portando scompiglio fra i presenti che, con mio grande disappunto, si sono messi a fare gesti… poco consoni alla sacralità della cerimonia.

Corona virus 62

Cari amici, ieri sera, suonate le campane a a festa, mi sono recato in Caranna davanti all’edicola della Madonna e, detta una preghiera con alcuni amici che erano presenti a farmi compagnia ho invocato la protezione della Madonna di Fatima sul nostro paese all’inizio della “stagione”.

Poi, accese le quattro frecce della macchina ho tenuto una sorta di “processione” con lo stesso itinerario di tutti gli anni. La statua della Madonna di Fatima, quella che ho all’ingresso della canonica (che viene proprio da Fatima), l’avevo legata con il nastro al sedile della macchina come si può vedere nella foto.

Lungo il percorso non ho incontrato anima viva ( probabilmente perché non avevano aperto Google su Chiesa del Forte ) ma è stato bello lo stesso. Mi sentivo come don Camillo quando si presenta da solo sul fiume in piena reggendo il Crocifisso per invocare la protezione del Signore.

Durante il percorso ho pregato il Rosario per tutti voi, parrocchiani e amici. Non so se avrete modo di leggere questo scritto. Nel caso vi capitasse di leggerlo aggiungete anche voi una preghiera. Io il mio dovere l’ho fatto. Adesso tocca a voi!